Dieci e più

Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire. (Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano)

…Anche fondare Associazioni culturali assicura granai, se l’idea originaria diventa un patrimonio collettivo e muove un “fare” di molti nel desiderio comune di cambiare quello che non va o, più semplicemente, di inventare quello che ancora non c’è.

Quello che mancava, tanti anni fa: 10 per l’esattezza. Volevamo sostenere la piccola e media editoria per promuovere una reale bibliodiversità. Volevamo costruire una rete di solidarietà tra editori-librerie-lettori inventando un centro-stella che raccogliesse i desideri dei lettori e li incanalasse verso librerie meno potenti trasformandole in piazze di visibilità per i piccoli editori e in occasioni di eventi culturali itineranti – veri e propri format…

Eravamo un’editora, una libraia, una giornalista culturale e un’agente editoriale. Avevamo un porto sicuro da cui far partire e tornare i vascelli carichi di libri e di idee: la libreria Libermente di Stefania in via del pellegrino, cuore del centro storico di Roma.

Siamo partite con 11 editori in squadra. In pochissimi mesi, tra l’ottobre del 2008, anno di fondazione, e il maggio del 2009, abbiamo sostenuto eventi, fiere, workshop seminando il piacere di leggere in ogni modo e per ogni età. Forse pochi sanno che quella “Donne di carta delle origini” inventò un Natale in libreria con un “Albero del Mondo” composto solo da animali e che per dono natalizio fabbricò un audioracconto per i lettori bambini, “In viaggio verso Malagrotta”, che contiene le voci dei figli di una socia, cliente fedelissima, quelle di socie adulte e di persone, ancora più adulte, che non ci sono più: mio padre e mia madre.

Voci-profezia.

Maggio del 2009, ecco Antonio Rodriguez Menendez, che trasformò quella piccola libreria dalle pareti arancio nella nave ammiraglia del progetto delle persone libro.

Forse, a guardare le foto e i filmati d’epoca che scorrono su questa parete del Lanificio, locale stupendo dove stiamo festeggiando il nostro Decennale, l’anima legata all’editoria, alla sperimentazione sulla formazione, questa vocazione a ripensare la formula di ogni trasmissione del sapere, è restata molto romana – anche dopo la chiusura della libreria – mentre il progetto delle persone libro è esploso in tutte le città per vocazione al vagabondaggio, per gemmazione auctotona, per risonanza e per lavoro tutoriale intensivo di ogni gruppo nella propria regione.

Il desiderio è una forza aggregante immensa.

Sicuramente ci accomuna il desiderio di abitare con maggiore consapevolezza le parole facendo del leggere un allenamento alla comprensione del mondo, una palestra emotiva e cognitiva che partendo da se stessi/e costruisce una forma preziosa di relazione con gli altri.

Eccola, sul filmato, la nostra Carta dei Diritti della lettura vestita a nuovo, multilingue finalmente, e con un corredo di tappe effettuate lungo lo Stivale a stringere accordi, immaginare percorsi, a conoscersi e a riconoscersi… addirittura fino a Bruxelles!

Ed ecco susseguirsi in un coro sfalsato, rispetto alle immagini proiettate, le voci delle persone libro in sala: accenti regionali diversi, ognuna testimone del proprio fare ed essere collettivo. Ognuna voce del libro amato.

Qualcuna mentre dice ha gli occhi lucidi come se fosse, e lo è sempre, la prima volta.

Ci chiamano in causa direttamente, noi 4. Le Madri che imposero il Nome. Ci fanno regali (audiolibri!) e il regalo più grande per noi è essere qui, di nuovo, in 4. Davanti a tutte le persone che hanno costruito, giorno per giorno, in dieci anni, un’avventura che noi avevamo sognato intorno a un tavolino e a una macchinetta Lavazza del caffè senza sapere che le buone idee, quando diventano persone, corrono come il vento.

Mi sono emozionata. Per ogni minimo dettaglio. Per ogni abbraccio ricevuto e dato. Ma più di ogni cosa ho toccato la bellezza dell’autenticità del dire quando Alessandra ha snocciolato le parole di Roberta Buc a esordio della serata e sembravano parole nate in quell’istante, non a memoria, non d’altri, non scritte. Parole che nella voce di un’altra diventano di tutti e di tutte.

Siamo quella piccola parte nel mondo che il mondo cambierà, sì Roberta. Ognuna a suo modo perché c’è spazio per tutto, per chi impara a memoria e per chi costruisce eventi, per chi regala libri in giro e per chi quei libri li conserva nel cuore e li traduce in fiato.

Anche le vie di Donne di carta sono infinite perché attraversano i territori della libertà. D’essere. Di fare. Il limite sta solo nell’immaginazione e l’immaginazione è il potere più grande coltivato da chi legge.

Ha ragione Monica quando dice che siamo una carboneria, oggi più che mai che le nuvole si addensano nei nostri cieli, nere e cupe, e che quell’inverno dello spirito ci congela tutti.

Hanno ragione le splendide compagne di viaggio del Coro Vesuviano che intona per noi messaggi che sono poesie e pietre, ironia e speranze: le loro canzoni non sono canzonette.

Rosanna ci ringrazia perché l’abbiamo fatta tornare. Valga questo suo grazie per chiunque in questi dieci anni è salito sul vascello e poi è andato per altri viaggi. Valga questo suo tornare il mio sempreverde grazie per chi ancora coltiva il desiderio di essere una “Donna di carta”.

Che siano davvero solo i primi 10 anni di una lunga vita. D’altronde è possibile: abbiamo avuto come madrina una lettrice centenaria, Elisa e come “discendenti” gli splendidi giovani del gruppo di Ostuni.

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Foto di Nicoletta, Alessandra, Amalia, Francesca
Montaggio video di Alessandra

4 commenti Aggiungi il tuo

  1. Stefania Libermente Molajoni ha detto:

    Dieci anni insieme
    Ci sono volute due settimane per lasciar riposare le idee e raccontare la mia festa con Donne di carta. Prima del 20 è strato tutto un fare, un organizzare, un mettere insieme mille impegni per arrivare pronte al grande giorno. La cosa bella di questa fase è stato sicuramente l’entusiasmo e il desiderio di dare il meglio per chi sarebbe arrivato a festeggiare, ma anche il lavoro di squadra portato avanti ognuna come poteva in spazio più o meno grandi del proprio tempo.
    La serata è arrivata quasi all’improvviso, tanto ero presa dal grande lavorio della giornata! Fra sopralluogo, ultime cose da comprare, ospiti da accogliere e torta da ritirare mi sono ritrovata all’improvviso nel grande contenitore del decennale, a luci spente e a microfoni accesi.
    L’emozione è stata tanta, dieci anni sono un percorso lungo e sento doveroso dire grazie adesso all’associazione per questo cammino: un viaggio bello da fare insieme, ma è il percorso personale di crescita e di consapevolezza di me stessa quello per cui devo dire grazie. Sono cresciuta con Donne di carta non solo anagraficamente, ma come essere umano. E questo è il regalo più grande che si possa ricevere!

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  2. annadelfini ha detto:

    Ancora grazie? Si, ma questa volta a voi Madri, alla vostra visione della lettura del mondo.
    Sono in associazione da 8 anni, è stato amore a prima vista. Portavo avanti un.piccolo gruppo di lettura nella biblioteca del mio quartiere, vi invitammo, e fui immediatamente colpita dalla forza della voce vostra che ci regalava brani di libri .
    Si fu amore subito, ho camminato anche io e continuo a camminare accompagnata dai libri che amo e dalle tante donne e uomini che via via si appassionano e si lasciano contagiare dalla “visione”.

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    1. donnedicarta ha detto:

      Lo avresti mai detto che saremmo arrivate a questo traguardo? Che eravamo tutte e 4 visionarie era una certezza comune ma incontrare e aggregare tanti e tante compagne di viaggio era davvero una scommessa con il tempo. Io ho come la sensazione, cara Stefania, che Libermente non abbia mai chiuso i battenti.

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    2. donnedicarta ha detto:

      Un amore, cara Anna, che si è tradotto ogni giorno nella tua costanza preziosa di un fare e di un esserci a cui tutta Donne di carta deve moltissimo.

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